La data di fondazione della chiesa è nell'iscrizione che si legge a lato della porta: "nell'anno del Signore 1195, regnando Enrico (VI) imperatore, il priore Diotisalvi e i suoi fratelli e il maestro Binello viveno in Cristo. Amen". L'aspetto attuale è il risultato del restauro eseguito negli anni 1953/54. La facciata è realizzata in blocchetti di travertino nella parte inferiore, nella superiore in pietra bianca e rosa. In basso è una semplice seduta interrotta dalla porta, che costituisce l'elemento più ricco dell'insieme.
L'interno è riccamente ornato di un fregio dal complicato simbolismo; a sinistra è un monte (Cristo) dal quale escono quattro ruscelli (i Vangeli); dal monte ha origine un rigoglioso tralcio di vite coperto di grappoli e di pampini (la Chiesa) nei quali si nascondono alcuni animali (i fedeli); a destra è un dragone che vomita un fiume dalla bocca (il demonio). Nella zona sopra la porta si aprono tre finestre, una quadrifora al centro e due bifore ai lati.
La quadrifora è retta da otto colonne binate di marmo di reimpiego ed ha una ricca decorazione a motivi vegetali negli archi; le bifore hanno colonnine tortili, archi ricavati su un'unica lastra e basi costituite da capitelli rovesciati. La parte superiore della facciata è incompiuta; a destra doveva evidentemente levarsi il campanile. La navata centrale è coperta da una volta a botte; quelle laterali da volte rampanti, motivo raro che si riscontra in alcune chiese francesi e in Umbria in S. Giovenale di Orvieto. Sotto il presbiterio sopraelevato è la cripta a unica sala con due colonne che sostengono le volte a crociera.