La chiesa di S. Felice trae le sue origini da un oratorio paleocristiano, luogo di sepoltura dell\'omonimo vescovo del Vicus Martis e martire sotto Diocleziano e Massimiano (304 d. C.). Nel 950 i Benedettini costruirono una chiesa più grande con unito Monasterio; quella attuale, in stile romanico-lombardo, risale al 1130.
L\'antica facciata, trasformata nel secondo decennio del XVI secolo da quattro a due spioventi, mostra il portale a tre incassature e l\'elegante trifora con archetti ben scanditi da sopracciglio sopra la quale è murato un capitello composito databile al IV secolo. Imponente è la vista esterna delle tre absidi chiuse in alto da una serie di archetti ciechi e divise da paraste e semicolonne in settori su cui si aprono feritoie e monofore. Nella parte superiore è il loggiato a quattro arcatelle (1516), sulla sinistra riposa il campanile con cella campanaria a quattro monofore (fine XVII secolo).
L\'interno, semplice e solenne, è diviso in tre navate da due fila di arcate poggianti su robuste colonne in conci cinerei e rosati; la copertura della navata centrale è a botte, a crociere quella delle laterali. Il presbiterio, notevolmente sopraelevato sulla sottostante cripta, è diviso dall\'aula dei fedeli da un alto arco trionfale sormontato da elegante bifora e ripartito da arcate con colonne (lisce ed una scanalata) e capitelli di reimpiego. Ai lati dell\'altare Maggiore, con bifora cieca scolpita sullo stipes che richiama quella dell\'arco trionfale, riposa parte dell\'antico coro.
Luogo di massimo reimpiego delle strutture architettoniche delle precedenti chiese è la suggestiva cripta (IX secolo), divisa in tre navate da una serie di arcate longitudinali e trasversali che poggiano su semicolonne, colonne e pilastri cruciformi con semicapitelli e capitelli cubici scantonati (decorati con interessanti rozze raffigurazioni in gran parte animali) e due compositi incompiuti del VIII-IX secolo; Dietro l\'altare, su cinque colonnine, poggia il sarcofago (V-VI secolo), in travertino a coperchio displuviato e Tabula ansata anepigrafe, contenente le sacre spoglie di S. Felice.
L\'intera chiesa, completamente baroccata nel corso del XVI-XVII secolo, è stata riportata al suo aspetto originale mediante i salienti restauri effettuati nel periodo 1954-58.
Dell\'antico corpo abbaziale di notevole interesse sono il chiostro (fine XV-inizio XVI secolo, rialzato nel 1720) ed il Cappellone (antica Sacrestia -1555-58), entrambi decorati con ciclo di affreschi raffiguranti la Passio di S. Felice, nonché l\'Aula capitolare; all\'interno il Refettorio (1553) mostra gli scanni e dossali della fine del XVII secolo, un elegante lavabo del 1601 ed un resto di affresco raffigurante la Trinità crocifissa. All\'antico corpo monastico si addossano le due possenti ali: settentrionale (1732) e meridionale (1790).
Nel 1450 l\'abbazia passò dai Benedettini agli Agostiniani della Congregazione di Perugia che vi abitarono fino al 1798, dal 1803 al 1810 fu tenuta dai Chierici scalzi della Passione di Gesù Cristo (Passionisti); il 15 agosto 1815 S. Gaspare Del Bufalo vi istituì la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, ecclesiastici che ancora oggi ufficiano e custodiscono il sacro luogo.
La festa di S. Felice, patrono del Comune di Giano dell\'Umbria, si celebra solennemente il 30 di ottobre. |