Il complesso museale di San Francesco è un vero scrigno d’arte, punto di riferimento essenziale per la conoscenza della pittura umbra, prezioso per la sua storia, tradizione e per le opere che vi sono conservate.
Un tempo convento con annessa chiesa appartenute per secoli all’ordine francescano, dal 1990 è sede del museo civico e regala ai suoi visitatori il poetico realismo dell’arte rinascimentale.
La struttura è composta dalla Chiesa di San Francesco, la Pinacoteca Civica, le antiche cantine dei frati, una sezione archeologica e gli spazi espositivi per mostre contemporanee.
La Chiesa di San Francesco è il cuore del Complesso museale grazie a una straordinaria ricchezza decorativa che porta, tra le altre, le firma di due eccellenti maestri, Benozzo Gozzoli e Pietro Vannucci detto il Perugino.
Nell’abside centrale troviamo il capolavoro di Benozzo Gozzoli, il ciclo di affreschi con le Storie della vita di San Francesco, datato 1452, in cui, con dovizia di dettagli, racconta, con colori brillanti, i momenti salienti della vita del Santo. In uno degli episodi, Benozzo ritrae San Francesco che benedice la città di Montefalco: lo sfondo rurale ricalca l’importanza della coltivazione della vite per la città. Sempre nell’abside della chiesa, alludeva forse al Sagrantino dipingendo la tavola imbandita con il vino rosso sulla mensa del cavaliere da Celano. Tra le altre opere che impreziosiscono le pareti della Chiesa, sorprende la delicata bellezza dell’affresco nella controfacciata con la bellissima Annunciazione con Eterno in gloria tra angeli e la Natività, opera di Pietro Vannucci detto il Perugino, del 1503.
Nelle cappelle laterali lavorarono artisti locali del rinascimento umbro come Jacopo Vincioli, Giovanni di Corraduccio e Ascensidonio Spacca che ritraggono e raccontano la storia dei Santi più legati alla devozione popolare.
Nella Pinacoteca Civica sono conservate le opere mobili come tele, tavole, affreschi staccati, provenienti da altre chiese del territorio a seguito della soppressione delle corporazioni religiose, nonché tessuti e suppellettili, dove prende forza il legame tra la sfera religiosa e quella civile. Colpisce l’attenzione la luminosa pala d’altare di Antonio Aquili detto Antoniazzo Romano che ritrae “San Vincenzo da Saragozza, Santa Illuminata, San Nicola da Tolentino” della fine XV e la particolarissima e pala con la “Crocifissione” del folignate Niccolò di Liberatore detto L’Alunno.
Numerose le opere esposte di Francesco Melanzio, pittore nato a Montefalco intorno al 1460, con il suo stile rinascimentale che richiama la lezione del Perugino e del Pinturicchio.
La sezione Archeologica è allestita nella cripta ed espone i materiali databili dal I secolo a.C. al XVI secolo d.C., provenienti dal territorio di Montefalco, che attestano l’occupazione dell’area già in epoca romana.
Le antiche cantine dei Frati, risalenti al XVIII e XIX secolo, conservano perfettamente le antiche vasche per la raccolta e la pigiatura delle uve, dove è ben visibile anche l’incasso per l’alloggio dei torchi. Questo luogo è una testimonianza inestimabile del profondo legame che sin dai tempi antichi ha unito Montefalco tra arte, vino, cultura e società. A questo complesso e ai frati francescani, va la centralità della profonda sinergia che fa di Montefalco emblema territoriale.