L’Abbazia di San Felice, splendido esempio di architettura romanica severa ed imponente, ma al contempo raccolta e intima, incarna perfettamente lo stile di quella fratellanza spirituale e quella frugalità tipica degli ordini mendicanti dei frati che da secoli la abitano. A pochi km dall’antica romana Via Flaminia e dal centro di Giano, immersa tra gli ulivi che ne delineano il paesaggio, l’Abbazia fu costruita per ospitare le spoglie dell’omonimo Santo, sul luogo di una primitiva chiesa paleocristiana, nella quale vennero reimpiegati reperti romani rinvenuti nella zona. Un capitello corinzio decora ancora oggi la parte alta della facciata della chiesa, così come all’interno diverse sono le colonne scanalate e i capitelli romani riutilizzati. Questo luogo fu poi scelto, negli anni, prima dai monaci benedettini che lo trasformarono in un monastero e successivamente dagli agostiniani che si occuparono della costruzione del Chiostro.
Il suo aspetto è caratterizzato da massicci edifici, di epoche diverse, disposti ai lati della chiesa abbaziale. La chiesa (1130 circa) è stata realizzata, per la maggior parte, in pietra calcarea bianca e rosa locale. Sulla facciata a capanna svettano le tre absidi chiuse in alto da una serie di archetti ciechi su cui si aprono feritoie e monofore.
Divisa in 3 navate, di cui la centrale a botte e le laterali a crociera, entrando, colpisce subito la monumentalità della struttura che richiama il romanico spoletino e il misticismo del presbiterio, isolato dal resto della chiesa che si innalza sopra alla cripta, vero gioiello, è la parte meglio conservata della struttura. Nella cripta sono conservate le spoglie sacre di San Felice, vescovo martire, nel sarcofago dietro l’altare. Il forte legame di questo paese con l’antica Roma, è testimoniato anche dai numerosi frammenti lapidei reimpiegati in questa struttura.